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Il Nuovo Governo e le Donne

30 Apr
http://www.romagnanoi.it/news/ravenna/740014/ Primarie--Josefa-Idem-la-piu.html

http://www.romagnanoi.it/news/ravenna/740014/ Primarie–Josefa-Idem-la-piu.html

Sarà perché vivo nel Nuovo Mondo da oltre dieci anni e da questa parte dell’oceano si è sempre più ottimisti. Sara che con l’età s’impara ad accontentarsi e a lavorare con quello che si ha. Se la vita ti dà dei limoni, fai una limonata, dicono qui.

Comunque sia, nonostante i mille dubbi sul modo in cui è nato questo governo, voglio essere ottimista e sperare che, stavolta, le donne e gli uomini che ne sono membri gettino le basi per la profonda riforma delle relazioni di genere di cui ha bisogno il Paese. Un buon segno in questo senso è dato dal fatto che il numero e la percentuale di donne nel nuovo governo sono alti come mai prima (anche se non arrivano ancora alla parità necessaria).

Tanti sono i nodi da affrontare subito: da una migliore legge sulla violenza sulle donne e il femminicidio, all’occupazione femminile e l’educazione di genere nelle scuole. I temi sono tutti nell’agenda delineata dal movimento Se Non Ora Quando. Con un’aggiunta (o un’esplicitazione) che mi pare importante: la provvisione di servizi per l’infanzia, senza la quale parlare di occupazione femminile non ha senso.

Josefa Idem avrà molto da lavorare. Tenacia e determinazione non mancano e neanche l’abitudine di remare e parlare controcorrente. Queste doti le saranno molto utili. Spero si circonderà di donne capaci e preparate sulle questioni di genere, da Elisabetta Addis a Daniela Del Boca, Francesca Bettio, Marta Ajò e Laura Corradi, per menzionare solo alcune delle brillantissime (e sagge) italiane che conosco e che da anni lavorano su questi temi. Spero che Josefa parlerà dell’importanza dei diritti delle donne comunque e dovunque, come qui ha fatto Hillary, che il tema fosse economia o cambio climatico.

Certo, mi sarebbe piaciuto che un ministero importante come quello sulle pari opportunità non fosse stato accorpato con nessun altro. Nel paese più maschilista d’Europa, per usare le parole di Alessia Mosca e Flavia Perina, la promozione dell’uguaglianza di genere non può essere vista come la ciliegina sulla torta, ma deve essere affrontata come un’emergenza a cui rispondere in modo prioritario, con risorse e brain power adeguati. Infondo, che la politica lo capisca o meno, le donne sono non solo la metà della popolazione, ma la chiave della sopravvivenza sociale, culturale e demografica di un Paese. Nel nostro caso, poi, sono anche una risorsa economica semplicemente dilapidata.

Tornando al nuovo governo, mi auguro le mie speranze non siano state mal riposte e se lo fossero non importa. Infondo, come diceva Martin Luther King Jr., bisogna accettare un numero finito di delusioni, ma mantenere una speranza infinita. E lavorare a partire da quella speranza, aggiungerei io.

Margaret Thatcher e il cervello delle donne

11 Apr
http://commons.wikimedia.org/wiki/File: Thatcher_reviews_troops_(cropped).jpg

http://commons.wikimedia.org/wiki/File: Thatcher_reviews_troops_(cropped).jpg

Qualsiasi cosa pensiate delle politiche di Margaret Thatcher, è indubbio che suo sia il merito di aver dimostrato al mondo che le donne sono capaci della stessa leadership aggressiva, intransigente e spesso spietata di cui sono capaci gli uomini. Non che, dopo un paio di esperienze lavorative in organizzazioni guidate da donne, avessi dubbi. Infondo per me è chiaro che l’unica differenza biologica tra donne e uomini è il sesso e il resto è costruzione sociale a cui si può (e spesso si deve) sfuggire.

Non è però questa la storia che ci viene raccontata tutti i giorni, spesso con pretese scientifiche. Da Gli Uomini Vengono da Marte, le Donne da Venere a Il Cervello delle Donne, molti sono i best-sellers che negli ultimi anni hanno analizzato le differenze comportamentali di uomini e donne, trovandone l’origine nel loro diverso patrimonio neurologico. Secondo questi studi, talvolta basati anche sull’interpretazione delle risonanze magnetiche, le donne sarebbero “programmate” per essere più empatiche, capaci di multi-tasking, comprensive, sensibili e loquaci. Gli uomini sarebbero invece più aggressivi, competitivi, analitici e individualistici. Le prove si troverebbero spesso nelle situazioni più triviali: non è vero che le donne non sanno leggere le mappe, mentre gli uomini non sembrano capaci di parlare e guardare la televisione allo stesso tempo?

Sembra un discorso banale fino all’innocuità, ma non lo è. Per millenni, infatti, scienziati e esperti cosiddetti imparziali hanno giustificato la disuguaglianza sociale e politica tra uomini e donne attraverso la loro supposta differenza biologica (e neurologica). Continua a leggere

Telelavoro sì, no, forse. Il dibattito dopo Marissa

26 Mar

Delle 500 maggiori imprese americane per fatturato (le cosiddette Fortune 500), solo ventuno sono guidate da donne: il 4,2%. Forse per questo, ci si aspetta dalle donne che arrivano al top non solo delle impeccabili performance lavorative, ma la volontà di portare avanti la battaglia per le pari opportunità di tutte quelle che il top non lo raggiungono.

Grandi erano dunque le aspettative per Marissa Mayer, 37 anni, quando negli luglio 2012 ha lasciato Google per assumere il ruolo di presidente e amministratrice delegata di Yahoo, diventando la più giovane donna a capo di una Fortune 500 e la quattordicesima donna d’affari più potente degli Stati Uniti, con uno stipendio annuo superiore al milione di dollari.

L’entusiasmo è però durato poco. La Mayer ha da subito dichiarato di volersi prendere solo un paio di settimane di licenza di maternità e di voler lavorare comunque, anche in quelle settimane, contrattando una tata e facendosi costruire a proprie spese una cameretta per suo figlio vicino all’ufficio. Non proprio un esempio seguibile per i milioni di donne lavoratrici che cercano di equilibrare lavoro e famiglia con stipendi decine di volte inferiori al suo.

Le cose sono poi peggiorate quando il 22 febbraio di quest’anno, in una delle sue prime azioni principali da dirigente, la Mayer ha mandato un memo agli impiegati di Yahoo, spiegando che, a partire da giugno, tutti coloro che stanno lavorando da casa dovranno iniziare a recarsi in ufficio. Secondo la Mayer, questa scelta è necessaria perché “per diventare il miglior posto al mondo in cui lavorare, la comunicazione e la collaborazione sono importanti, quindi dobbiamo lavorare fianco a fianco”. La decisione arriva in un momento di crisi per Yahoo, il cui valore di mercato che è precipitato negli ultimi dieci anni (da 125 bilioni di dollari nel 2000 a 25 bilioni di dollari oggi) e la cui produttività per lavoratore è 160% inferiore a quella di Google.

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Un articolo interessante di Oscar Bartoli su Hillary

24 Gen

Screen Shot 2013-01-24 at 3.28.59 PMUn articolo interessante di Oscar Bartoli su Hillary, che trovate sul suo Blog, Letter From Washington.

Mi piace in particolare l’ultima frase.

Magari la pensasse cosi’ anche la Corte Di Cassazione, che, invece, in una sentenza del luglio scorso ha sancito che determinazione e coerenza sono “virtù che a torto o a ragione continuano a essere individuate come connotative del genere maschile”. Tu che ne dici Oscar?

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